L’attuale legge elettorale regionale: storia e difetti

LA LEGGE DEL 2005 CON IL LISTINO

La legge oggi in funzione deriva da quella del 2005 (prima ce n’era una che portò alla Pisana Roberto Giocondi). Allora essa prevedeva 70 consiglieri, di cui 56 eletti e 14 con il “listino” del Presidente. Questi 56 eletti hanno garantito a Rieti sia nel 2005 che nel 2010 ben due consiglieri (sempre Antonio Cicchetti e Mario Perilli) più una portata dal listino (Annamaria Massimi per Marrazzo, Lidia Nobili per Polverini).

Questo listino aveva tre caratteristiche: gli elettori non ci potevano mettere becco, ci doveva essere almeno un nome per provincia, era figlio di un accordo tra i partiti di spartizione dei 10 posti – accordo che precedeva il voto.

2012: IL TAGLIO DEI CONSIGLIERI

Poi cosa succede? Beh, succede che nell’ottobre 2012 Mario Monti decide una serie di tagli ai “costi della politica”, tra cui la riduzione dei consiglieri regionali da 70 a 50, dei quali 40 eletti e 10 del listino.

Magicamente questa riduzione, combinata con la sproporzione tra i vari collegi elettorali, e segnatamente Rieti (1 seggio “spettante”) e Roma (29 seggi), fa sì che sia molto molto improbabile che a Rieti sia assegnato il consigliere che pure “spetterebbe”. Rimane quindi il solo consigliere dal listino, e infatti nelle elezioni del 2013 – causate dallo scandalo “Rimborsopoli” – Rieti viene rappresentata dal solo Daniele Mitolo.

2017: DA LISTINO A PREMIO DI MAGGIORANZA

A seguito di quello scandalo (sollevato grazie ai Radicali), la legge elettorale viene corretta trasformando l’odioso listino in un Premio di maggioranza da distribuire tra le liste di maggioranza secondo il voto degli elettori ed i loro consiglieri più votati.

In questo meccanismo più dipendente dal voto dei cittadini, si pone però il caso di Rieti e si prospetta un meccanismo chiamato “Salva Rieti”. Alla fine si decide, per non creare un meccanismo “ad Rieti” che ogni provincia debba avere un suo consigliere nel premio di maggioranza.

Questo consigliere viene scelto come il più votato del partito più votato della coalizione che ha vinto in Regione. Si vota nel 2018, Rieti ancora non ottiene nessun consigliere tra i 40 mentre nel premio di maggioranza, essendo eletto Zingaretti, passa il più votato (Fabio Refrigeri) del partito più votato (il PD) della coalizione a sostegno di Zingaretti.

COSA NON VA NELLA LEGGE ATTUALE?

Nella sostanza, rimane per Rieti una non piena determinazione del proprio rappresentante: se questo meccanismo pur introduce una scelta (del partito e del candidato) da parte dell’elettore questo è sempre all’interno della coalizione vincente in Regione, che non è detto sia quella vincente in provincia (anche se va detto che in tutte le elezioni dal 2005 sia finora avvenuta una coincidenza tra la maggioranza provinciale e quella regionale)

Di nuovo c’è che, scomparso l’accordo pre-voto tra i partiti di coalizione, si tiene conto sì dei rapporti tra partiti secondo il voto ottenuto, ma poi il meccanismo di salvaguardia delle province fa sì che i partiti maggiori cannibalizzino i minori (così avvenne nei confronti del secondo eletto di PiùEuropa). Tanto che alle uniche elezioni tenutesi il PD, con il 53% dei voti della coalizione si vede assegnare il 90% del premio di maggioranza!

Se probabilmente è questo l’aspetto che potrebbe spingere partiti minori a chiedere con forza (e logica) una correzione, nell’esame dell’ultima elezione si evidenziò come questo meccanismo porti anche a potenziali distorsioni inaccettabili come il fatto che se nella circoscrizione di Latina, 1639 elettori che non andarono a votare avessero deciso di andare e votare PD, il risultato sarebbe stato che il PD avrebbe avuto in Consiglio Regionale un consigliere in meno!

Una tale illogicità rende necessaria una revisione della legge. Revisione per la quale candidiamo la proposta di Alessandro Capriccioli che, oltre agli altri meriti che ci illustrerà, dal punto di vista reatino permette agli elettori della provincia di Rieti di scegliere direttamente il proprio rappresentante.

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