Adesione alla manifestazione della comunità afghana

Sabina Radicale sarà in piazza, accanto alla comunità afghana e alle altre associazioni, condividendo l’obiettivo di premere sul governo italiano affinché si creino corridoi umanitari per consentire a TUTTI coloro (uomini, donne e bambini che vogliano lasciare quel paese) di poterlo fare.

Chiediamo che il governo si attivi con priorità per i ricongiungimenti familiari di afghani già in Italia e che conceda il visto di ingresso per motivi di studio a tutte le donne afghane che ne facciano richiesta. Su questo Radicali Italiani ha lanciato una iniziativa nazionale https://radicali.it/campagne/vi-abbiamo-visto/

Plaudiamo intanto alla iniziativa delle organizzazioni diocesane reatine che si sono rese disponibili ad accogliere parte dei pochi profughi che sono già riusciti a salvarsi.

Nel frattempo, il consesso internazionale deve fare ogni sforzo e mettere in atto ogni azione affinché il governo afghano si adegui agli standard internazionali in materia di diritto umanitario internazionale.

Si dice che quel paese non sia pronto ai diritti. Per noi non è così: come per #liberiFinoAllaFine in cui siamo impegnati in questi mesi, i diritti non sono di un paese e di chi lo comanda, ma appartengono agli individui, ed ad essi vanno garantiti.

Eutanasia, Radicali: Martedì Iervolino a Terminillo per raccolta firme referendum

Martedì 24 agosto Massimiliano Iervolino, segretario di Radicali Italiani, dalle ore 11 alle 13 sarà a Terminillo (Rieti) al tavolo di raccolta firme sull`eutanasia allestito da Sabina Radicale a Pian de’ Valli, dove incontrerà cittadini, giornalisti, militanti e simpatizzanti.

“E’ dal 2013, data in cui abbiamo depositato una proposta di legge di iniziativa popolare per l’eutanasia legale, che attendiamo una risposta dal Parlamento – ha dichiarato il segretario di Radicali Italiani – un immobilismo che non è stato scalfito neanche dai richiami della Corte costituzionale e dal processo Cappato-Dj Fabo. Ora con questo importante referendum stiamo dando voce al volere dei cittadini e possiamo finalmente immaginare insieme un futuro di libertà e dignità, fino alla fine “.

Tutti coloro che vorranno sottoscrivere il referendum – hanno dichiarato Marco Giordani e Fabio Andreola, segretario e tesoriere di Sabina Radicale – potranno farlo venendo al nostro gazebo muniti di documento. Solo a Rieti e provincia – comunicano dall’associazione – sono state raccolte più di tremila sottoscrizioni di cui oltre trecento in agosto “inseguendo” i cittadini nelle loro vacanze nella località turistica montana. Anche se abbiamo raggiunto l’obiettivo nazionale di 500 mila firme non ci fermiamo”.

Firma digitale ai referendum: Rieti e Sabina Radicale attori di una conquista storica per la democrazia italiana

Il 12 Agosto è stata una giornata storica per la politica e l’esercizio attivo della cittadinanza. Mentre la raccolta firme per Eutanasia Legale procede con successo in Italia e a Rieti (ad oggi 2200 firme raccolte in città ed altre 500 in provincia) è ora finalmente possibile, in alternativa, sottoscrivere il referendum anche in forma digitale (con SPID o Carta d’Identità Elettronica) dal sito https://referendum.eutanasialegale.it/firma-digitale/

Questa modalità di sottoscrizione, a disposizione di tutti (in decine di migliaia hanno già firmato nel primo giorno di attivazione), sarà al momento particolarmente utile per chi soffre di disabilità e per gli italiani residenti all’estero che fino a ieri potevano farlo solo in Italia o nei consolati.

Dopo anni di vuote parole sulla democrazia diretta e partecipazione digitale dei cittadini, questo sì è un passo avanti nell’esercizio dei diritti politici e che attua diritti costituzionali sempre ostacolati.

A questa conquista si è arrivati grazie al ricorso, in sede delle Nazioni Unite, da parte di segretario e tesoriere di Radicali Italiani, Mario Staderini e Michele De Lucia, che denunciarono nel 2013 i numerosi ostacoli al diritto dei cittadini a promuovere referendum.

Ostacoli che l’ONU ha giudicato nel 2019 “irragionevoli” condannando l’Italia e richiedendo che le astruse regole, con cui tuttora stiamo raccogliendo firme, fossero modificate. E’ per inciso in questo contesto che recentemente lo Stato ha allargato la platea dei possibili autenticatori ad avvocati ed avvocate, che tanto ci stanno aiutando nella raccolta referendaria.

Rieti e Sabina Radicale sono state protagoniste di questa conquista davvero epocale (l’Italia è l’unico stato in cui la firma digitale è applicata per iniziative non solo di proposta ma con valore vincolante): tra le testimonianze portate all’ONU figurano infatti le difficoltà che nel 2013 si riscontrarono nella sottoscrizione di referendum presso il Comune di Rieti.

Il brano della sentenza ONU che cita Rieti

Il Garante che esiste ma non c’è

Su carcere e REMS di Rieti, i richiami di Ministro e Prefetto.

La recente pubblicazione delle violenze ai danni dei detenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere ha acceso una luce su quanto sia avvenuto in quei giorni, non solo lì ma anche a Modena, a Rieti.

Anche da Rieti infatti, dove neppure il numero di decessi fu definitivamente chiarito (organi nazionali di stampa riportarono un successivo decesso rispetto ai tre immediati, mai smentito ma non confermato nei rapporti), fu data notizia da parte di parenti di detenuti di violenze occorse nel post rivolta.

Successivamente alla evidenza “visiva” di quanto accaduto in Campania, giornali nazionali e locali hanno riportato di una inchiesta in corso anche dalla Procura della Repubblica di Rieti.

Questa inchiesta si affianca a quella interna disposta dalla Ministero di Giustizia in tutte le carceri in cui si sono svolte le rivolte, quindi inclusa Rieti.

Sabina Radicale attende le risultanze dell’inchiesta, fiduciosa nel nuovo corso che il Ministero sembra aver intrapreso. Un nuovo corso a cui la Ministra invita tutti a prendere parte, invitando nel suo discorso “chi non è mai stato in un carcere, voi tutti onorevoli lo potete fare, lo faccia, fatelo”[1].

Un invito non retorico, quasi un rimprovero – nonostante l’applauso – giacché le visite in carcere da parte dei parlamentari sono tutt’altro che frequenti. Anche nel nostro istituto, non ricordiamo in questi anni visite di alcuno dei quattro parlamentari che fanno in qualche modo riferimento a Rieti.

In questi giorni è stata inaugurata a Rieti una REMS, che è la struttura sanitaria per gli autori di reato non imputabili, perché affetti da infermità mentale, ma indicati come socialmente pericolosi. Il Prefetto di Rieti, nel suo saluto, ha rimarcato che “un aspetto su cui tutti dobbiamo impegnarci è la percezione, da parte della società, di questo fenomeno”.

E la società, la cittadinanza è in primis rappresentata, oltre che dai parlamentari – assenti perché impegnati in Parlamento proprio sul DDL Giustizia – dal Comune di Rieti, che non abbiamo visto intervenire.

Comune di Rieti che ricordiamo ha istituito oltre otto anni fa il “Garante dei Diritti delle persone private della libertà personale”. Garante istituito con un voto unanime, quindi anche della allora opposizione di destra, ma che il Consiglio Comunale non si è mai dato pena di nominare, nonostante Sabina Radicale periodicamente lo rammenti.

Crediamo allora che questo sia il momento, sia per l’inchiesta in corso in Procura, sia per la istituzione della REMS, che il Consiglio Comunale, ma anche la politica tutta che si prepara alle nuove elezioni, si facciano parte attiva, impegnandosi nel ruolo e responsabilità a cui sono chiamati, come sollecitato dal Signor Prefetto.


[1] Dal discorso di Marta Cartabia alla Camera dei Deputati del 21 Luglio nella informativa urgente del Governo sui fatti accaduti nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere:

” [..] Chi non è mai stato in un carcere, voi tutti onorevoli lo potete fare, lo faccia, fatelo (Applausi), perché un conto è vedere un reparto di alta sicurezza, un conto è vedere un’articolazione di salute mentale, un conto è vedere il reparto delle donne spesso operose, un conto è vedere le situazioni di marginalità che portano tante persone in carcere, pur avendo commesso delitti o reati di dimensioni e di portata molto diversa da quelle di altri. [..]”