Al liceo classico un dibattito voluto dai giovani sull’eutanasia.

Quest’anno gli studenti del Liceo Classico di Rieti hanno scelto di impegnare la loro assemblea di istituto in un dibattito sull’eutanasia. L’appuntamento si è svolto mercoledì 22 dicembre.

Il diritto ad una fine dignitosa, attualmente impedito dalla legge come scritta nel 1930, fu proposto in parlamento una prima volta nel 1984, ben 37 anni fa. Rieti ebbe un ruolo di rilievo allora, Nel 2006 Piergiorgio Welby, tre mesi prima di morire, ne scrisse al Presidente della Repubblica, che gli rispose auspicando un “confronto sensibile e approfondito, nelle sedi più idonee, perché il solo atteggiamento ingiustificabile sarebbe il silenzio, la sospensione o l’elusione di ogni responsabile chiarimento”. Ma il silenzio e la elusione sono continuati, oltre la proposta di legge di iniziativa popolare del 2013, oltre nel 2018 la sospensione del giudizio da parte della Corte Costituzionale per dare un anno al Parlamento per legiferare. Solo l’ondata di firme per il referendum, che terremo nella prossima primavera, è riuscita a far sì che il Parlamento “fingesse” di occuparsi del tema; ora si tratta di convincere i difensori dello status quo ad un dibattito aperto, che finora hanno voluto evitare. Per questo Sabina Radicale si complimenta e ringrazia per l’iniziativa i ragazzi e la scuola, in particolare Martina Eleuteri, Giacomo Orsini e Mattia Santoprete, gli studenti che si sono fatti promotori dell’iniziativa.

In questo quadro, il ruolo di Rieti non è stato secondario: già nel 1986 l’Ordine degli Avvocati tenne un convegno di tre giorni sul tema (lo potete riascoltare sul sito di RadioRadicale cercando “Rieti”); nel 2012 Gildo Balestrieri volle essere il testimonial della Associazione Luca Coscioni per la raccolta firme sulla proposta di legge, terminando poi la sua vita ad inizio del 2013.

Il dibattito reatino della passata settimana si è potuto purtroppo svolgere solo online ma ciò ha facilitato la partecipazione di qualificati ospiti collegati da remoto: a sostenere le ragioni contro il referendum Massimo Gandolfini, portavoce del Family Day, e Francesca Romana Poleggi, direttrice editoriale del movimento ProVita & Famiglia. Per le argomentazioni a favore, Mina Welby, vicepresidente dell’Associazione Luca Coscioni.

Il noto psichiatra reatino Paolo Di Benedetto ha introdotto l’argomento dal punto di vista storico e fislosofico (da Seneca alla uccisione nazista dei minorati mentali), e ha voluto darne una conclusione letteraria (invitando a leggere Madame Bovary e Anna Karenina). Ha partecipato al dibattito anche Marco Giordani per Sabina Radicale.

Le quasi tre ore sono volate, anche perché Gandolfini e Poleggi hanno spaziato nelle loro argomentazioni dal testamento biologico (a loro detta equivalente ad eutanasia) al presunto progetto di suicidare i malati terminali per ridurre i costi della sanità, passando dal suicidio per amore all’aborto. Mina Welby, dal canto suo, ha confermato la sua capacità di empatia anche in un contesto di posizioni contrapposte ed affermazioni “forti”.

Moltissimi gli studenti che hanno assistito al dibattito (si sono visti sino a 250 partecipanti contemporanei, su circa 300 allievi del Liceo). In diversi sono intervenuti, ponendo in chat domande e osservazioni, tutte rivolte ai rappresentanti del ProVita, mostrandosi perplessi per le argomentazioni avanzate contro l’eutanasia.

In effetti l’interesse dei giovani, e dei giovani reatini in particolare, trova conferma nei dati aperti resi disponibili dalla Associazione Luca Coscioni: tra chi ha firmato online per l’eutanasia (non considerando quindi le firme cartacee) la fascia più giovane (18-24) a Rieti città costituisce il 28% del totale (mentre in Italia sono il 25%). Questo nonostante nella città di Rieti la raccolta cartacea sia stata una delle più capillari in Italia, specie nei luoghi di aggregazione giovanile (e infatti la provincia ad esclusione del capoluogo arriva ad una incidenza di oltre il 30% dei più giovani firmatari). Ciò denota una particolare attenzione dei giovani reatini al tema eutanasia che prescinde dalla maggior confidenza con il procedimento di firma online, dato che nei dati complessivi per il referendum cannabis, la stessa fascia di età non presenta un sensibile discostamento dal dato nazionale. Tutto ciò: la voglia di conoscenza e di partecipazione dei giovani, unita alla necessità di confronto da parte dei contrari – confronto non eludibile stavolta con l’espediente dell’astensione – ci danno fiducia per una bella primavera di diritti.

Pirozzi usa l’amatriciana contro l’Unione Europea, che invece la protegge

Lo scoppio della pandemia ed i piani di ripresa per uscirne hanno fortemente indebolito il sentimento sovranista italiano, ed ora quasi tutti si professano europeisti. Per pochi l’antieuropeismo rimane perciò e però una nicchia da coltivare, che possa fruttare in futuro.

Ci sembra il caso di Pirozzi, ex sindaco di Amatrice che dalla notorietà dal terremoto è approdato in Consiglio Regionale, mentre ad Amatrice decisero prima di cambiarne amministrazione e auccessivamente di ignorare la sua offerta di tornare.

Così, il nostro ricerca palcoscenico e consenso attaccando l’Unione Europea su… l’amatriciana.
Nei giorni passati ha infatti diramato un comunicato, che incredibilmente ha avuto risonanza, in cui paventa il tentativo della UE di introdurre “eugenetica del cibo” e addirittura “carne sintetica” nell’amatriciana, e questo solo perché alcuni paesi europei stanno introducendo, a fianco delle informazioni dei valori nutrizionali già presenti (proteine, zuccheri, fibre, grassi), anche un indicatore (chiamato Nutriscore) riassuntivo dell’equilibrio nutrizionale di un prodotto, derivante dagli stessi valori nutrizionali e che assume cinque valori, dal verde intenso al rosso passando per verdino, giallo ed arancio.

Riguardo la “eugenetica (Sic!) del cibo”, ci spingiamo a credere che anche Pirozzi auspichi che il cibo “nasca bene” e l’uso a casaccio di questi termini meraviglia in un personaggio a cui tanti profetizzarono un importante futuro politico ed amministrativo.

Ma torniamo al Nutriscore: questo suggerimento da parte di alcuni paesi (che certo non mangiano più sano che in Italia e da cui quindi secondo noi dovremmo trarre vantaggio) è stato presentato alla UE, ed è in corso un dibattito, in cui il governo italiano si è peraltro detto contrario.

Si può discutere della utilità o meno dello strumento ma quello che Pirozzi fa è disinformazione e sciacallaggio: anzitutto il provvedimento riguarda i soli prodotti confezionati; vero peraltro che esistono ottimi sughi di amatriciana, anche preparati ad Amatrice (e del quale abbiamo calcolato il Nutriscore).

Ma Pirozzi (qui lo sciacallaggio) non può ignorare come sia la stessa Unione Europea ad aver registrato dal marzo 2020 nella sua Gazzetta Ufficiale la “Amatriciana Tradizionale” nei suoi ingredienti e preparazione.

Quindi è privo di qualsiasi fondamento il parlare di “carne” all’interno di questi sughi pronti di amatriciana, visto che l’Unione Europea stabilisce che debbano essere preparati con “guanciale di tipo amatriciano”.

E’ privo di fondamento peraltro parlare di “carne sintetica” a proposito del Nutriscore, che come spiegato si occupa di tutt’altro.

Non solo: il Nutriscore non sembra penalizzare l’amatriciana; abbiamo calcolato il Nutriscore di due diversi prodotti, entrambi di Amatriciana Tradizionale STG ed uno ha avuto una segnalazione arancio ed uno la gialla.

Non così lontano da quello che tutti noi sappiamo: che l’amatriciana è buona ma non è né un’insalatina né un veleno.