Nei giorni scorsi la Polizia ha informato di avere smantellato un bivacco di quattro persone che stavano dormendo sotto un ponte.
Già il mese scorso l’ASM, preparando lo spazio che su Viale Morroni dovrà ospitare un parcheggio, aveva trovato tracce di un bivacco: “con giacigli, materassi, lamiere e sedute di fortuna”. Organi di stampa ne avevano derivato che fosse usato da “pusher stranieri, che operavano coperti dal folto della vegetazione”; ma presumibilmente non erano informazioni dalle Forze dell’Ordine e tra le cose rinvenute non c’erano elementi per collegare il bivacco allo spaccio.
Stavolta, essendo intervenuta direttamente la Polizia, si è dovuto ammettere che “non sono stati operati sequestri o rinvenimenti di sostanze stupefacenti” nonostante i quattro (magari gli stessi di Viale Morroni) fossero stati colti nel sonno.
Certo lo spaccio esiste, ed esisterà al di là di ogni repressione, finché ci sarà una domanda e finché la malavita (che non è questa) presenterà un’offerta. I disperati che non hanno neppure un tetto sono certo candidati ad esserne un tramite; ma non è che ogni senza tetto debba essere uno spacciatore.
“Malviventi”, li ha definiti qualche organo di stampa, e certo non vivevano bene. Anche se scritto altrimenti, non ci sono precedenti penali (e averne non sarebbe comunque un reato) ma solo “pregiudizi di polizia” che sono il fatto che una persona è sotto osservazione della polizia per una serie numerosa di casistiche: sospetti, indagini, segnalazioni, ma anche controlli per ordine pubblico o denunce dal vicino di casa.
Un minore è stato riportato nella casa famiglia da cui si era allontanato; sarebbe interessante sapere il perché, ma questi “malviventi” non hanno voce, nessuno li intervista.
Ad uno dei maggiorenni, che aveva già ricevuto un “avviso orale” (a tenere una condotta conforme alla legge) è stato dato il foglio di via: per un anno dovrà trovare in un diverso comune un ponte sotto cui dormire. Gli altri? Saranno gravati ora anche dall’illecito amministrativo di rifiuti abbandonati (anche se erano lì con loro) e dal doversi costruire un altro bivacco.
Rispettiamo le Forze dell’Ordine che compiono il loro dovere ed i cui comunicati sono impeccabili. Sarebbe però importante che i “pregiudizi di Polizia” non vengano offerti poi alla opinione pubblica, per pregiudizio e alimentandolo, come fossero precedenti penali o addirittura reati.
Sorge il dubbio che sia la città (stampa, amministrazione, la politica tutta, cittadini dei social) ad aver bisogno del bivacco per nascondersi, associando il bivacco allo spaccio per non porsi il problema di esseri umani che non dormono sotto un tetto (e non solo a luglio).
Più facile scegliere (o accettare, pur di non andare controcorrente) la criminalizzazione della povertà; sembra ormai essere questo il modo per gestire fragilità sociali: scacciare, incarcerare, arrestare (di recente, per furto aggravato, chi aveva rubato a Stimigliano non la famosa mela ma dei rifiuti dall’isola ecologica).








