Sulle firme il PDL reatino confonde gazebo berlusconiani e diritti costituzionali – Piuttosto si adoperi per l’attuazione dello Statuto Comunale sui referendum

Quando il portavoce del PDL reatino estrinseca sullo stato delle opposizioni nazionali (segnatamente del PD) è segno di tempesta intorno al PDL nazionale o locale; in questo caso, di entrambi. Le sue tesi non sono però stavolta del tutto sbagliate, nel commentare l'annunciata chiamata dei cittadini ai gazebo per raccogliere dieci milioni di firme sotto un documento in cui si chiede a Berlusconi di dimettersi.

Quando il portavoce del PDL reatino estrinseca sullo stato delle opposizioni nazionali (segnatamente del PD) è segno di tempesta intorno al PDL nazionale o locale; in questo caso, di entrambi. Le sue tesi non sono però stavolta del tutto sbagliate, nel commentare l'annunciata chiamata dei cittadini ai gazebo per raccogliere dieci milioni di firme sotto un documento in cui si chiede a Berlusconi di dimettersi.

Anche il segretario di Radicali Italiani, ha consigliato al segretario PD di far trovare altro ai gazebo: "un pacchetto di referendum e iniziative popolari che permetta agli italiani di indicare una strada chiara per le riforme. In particolare, su legge elettorale, sistema radiotelevisivo, giustizia, nuovo welfare, diritti civili e finanziamento pubblico dei partiti, una grande campagna, con milioni di firme per referendum e proposte di iniziativa popolare, sarebbe la migliore piattaforma su cui aprire il confronto tra le forze politiche e riscrivere l’agenda del Paese. Al tempo stesso si restituirebbe ai cittadini la possibilità di praticare democrazia, quella scritta nella Costituzione “più bella del mondo”.

Di Imperatori però, stupisce il suo stupore, che lo porta a definire la trovata come singolare: stupisce perché è da un bel po' che il PDL porta i suoi gazebo nelle piazze raccogliendo firme a favore del governo (sic!); non siamo appassionati della materia, ma non occorre andare tanto lontano nella memoria: è solo un mese fa che ci è stato detto che "a partire dal 4 dicembre, in tutta Italia, vengono organizzati dai militanti del Pdl incontri pubblici, gazebo, manifestazioni e una raccolta di firme a sostegno del Presidente Silvio Berlusconi e del Governo. La mobilitazione culminerà con le iniziative di piazza del Pdl previste per l'11 e 12 dicembre in ogni regione".

Quello che è singolare non è dunque la raccolta di firme, ma che il PD si metta in scia, copiando iniziative di Berlusconi. Singolare ahimé, ma non nuovo.

Stupefacente è invece il parallelo, accennato da Imperatori nel titolo, con le "firme di Pannella". Caro Imperatori, un conto sono le firme senza alcun valore giuridico raccolte ai gazebo di qualsiasi colore, un conto sono le firme dei radicali. Non so a quali firme egli si riferisca: forse a quelle per la presentazione delle liste elettorali, che solo i radicali raccolgono a viso aperto nelle piazze e mercati; ma sarebbe singolare che Imperatori si riferisca a queste, nella bufera delle firme false di Formigoni per nominare Nicole Minetti consigliera regionale. Dunque probabilmente egli si riferisce a quelle per i referendum.

Veda, Imperatori, che la Costituzione Italiana fu disegnata per dare pari dignità a tre schede elettorali: quella parlamentare, quella regionale e quella referendaria. La coesistenza di queste tre schede nell'intenzione dei nostri padri costituenti avrebbero dovuto bilanciare centro e periferia, cittadini e partiti (che mi sembrano i punti cruciali su cui scricchioli la nostra convivenza nazionale). La storia ci racconta come la scheda regionale e quella referendaria dovettero aspettare il 1970 per essere attuate: le regioni per diffondere nella vorace periferia una replica della partitocrazia nazionale; la seconda come concessione alla Chiesa affinché cancellasse il divorzio appena approvato.

Andò diversamente, per il divorzio; e si aprì allora l'unico spazio di democrazia che i cittadini italiani abbiano mai avuto, riuscendo ad esprimersi a grandissima maggioranza per una serie di riforme (per esempio abolizione del finanziamento pubblico dei partiti, privatizzazione della RAI, responsabilità civile dei giudici, legge elettorale uninominale) che poi sistematicamente sono state negate dalla partitocrazia, a volte con l'accordo preventivo della Corte Costituzionale (abolizione del Concordato, smilitarizzazione della Guardia di Finanza). Infine, con "l'andate al mare" di Craxi, il "non andate, che tanto ghe pensi mì meglio in parlamento" di Berlusconi, il "sulla vita non si vota" di Ruini la partitocrazia è riuscita a chiudere anche questo spazio di libertà. Spazio di libertà che però resiste negli statuti locali, come si vede a Milano dove a breve si voterà su cinque referendum consultivi su ambiente e mobilità.

Ecco, a questo proposito ci piacerebbe (meglio: pretendiamo) che Imperatori, se è tuttora presidente della commissione Statuto e Regolamenti del Comune di Rieti (lo era, ma il sito del comune non ci aiuta a capire se lo sia ancora), si adoperi per approvare un regolamento per tale referendum consultivo, così come previsto dall’art.40 dello statuto de Comune di Rieti. Rimaniamo in attesa.

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