E' di ieri l'ultimo infortunio cui è incorsa la giunta Polverini, che si vede cancellare 3 consiglieri (di Frosinone, Viterbo, Latina) nominati in difformità allo Statuto della Regione che prevede 70 consiglieri più la Presidente. Con questa decisione del TAR, aumenta il "potere" dell'UDC, senza il cui apporto la maggioranza si ridurrebbe a soli 36 seggi, a rischio per ogni raffreddore.
La estensione a 73 consiglieri era stata applicata per garantire alla maggioranza il 60% dei seggi promessi dalla legge elettorale, ma ignorando lo Statuto regionale (cui la legge regionale si sarebbe dovuta ispirare) che invece limita il numero di consiglieri. Al di là delle aritmetiche partitiche che tanto appassionano i telegiornali nazionali e che forse verrano trasferite anche a livello regionale, facciamo due considerazioni.
La prima è che questa notizia è passata stranamente sotto silenzio nella politica sabina, probabilmente perché nessun nome locale è coinvolto e nessun toto-nome c'è da fare; evidentemente come sosteniamo da sempre, non è la governabilità che conta, ma gli incarichi personali dei vari soggetti locali.
La seconda è che anche le leggi elettorali più complesse e astruse (come quella regionale con il listino dei 14 come premio di maggioranza) sembrano fallire alla prova dei fatti; la risposta può essere la compravendita dei deputati o consiglieri, può essere il ricorso a qualche sede giudiziaria che lascerà per chissà quanto la situazione in un limbo, o può essere una legge elettorale uninominale anglosassone, come quella che i due radicali della Lista Bonino Pannella, Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo, si apprestano a presentare all'esame del consiglio.