Casa circondariale di RIETI – visita del 18 gennaio 2017

Casa circondariale di RIETI –  visita del 18 gennaio

Delegazione in visita: Marco Arcangeli, Marco Giordani, Gianfranco Paris

Ricevuti e accompagnati nella visita dalla direttrice dell’istituto Vera Poggetti e dall’educatore Luca Agabiti.

Durata della visita: 3 ore

La visita è stata parziale, senza contatto con i detenuti ed il personale medico, a causa di ripetuti eventi sismici. Ci si propone a breve una nuova visita concentrata sulle sezioni e sul reparto medico.

Casa circondariale di RIETI –  visita del 18 gennaio 2017

Delegazione in visita: Marco Arcangeli, Marco Giordani, Gianfranco Paris

Ricevuti e accompagnati nella visita dalla direttrice dell’istituto Vera Poggetti e dall’educatore Luca Agabiti.

Durata della visita: 3 ore

La visita è stata parziale, senza contatto con i detenuti ed il personale medico, a causa di ripetuti eventi sismici. Ci si propone a breve una nuova visita concentrata sulle sezioni e sul reparto medico.

DATI DAL QUESTIONARIO PREPARATO DA PRNTT

  • Polizia penitenziaria, grave carenza di organico: gli agenti effettivamente in servizio sono 127, di cui 10 nel nucleo traduzioni, sui 187 che dovrebbero essere.
  • Educatori: 2 effettivamente in servizio.
  • Detenuti presenti: 321
  • Capienza regolamentare: 295
  • Detenuti in media sicurezza: 321; detenuti in alta sicurezza: nessuno
  • Detenuti che scontano una condanna definitiva: 236; in attesa di giudizio: 85 (di cui 12 imputati, 28 appellanti, 30 ricorrenti, 15 posizione mista)
  • Detenuti stranieri: 211
  • Detenuti in art. 21 : 1
  • Detenuti alle dipendenze Amministrazione Penitenziaria: 66
  • Detenuti affetti da patologie di tipo psichiatrico: dato non rilevato
  • Detenuti tossicodipendenti: dato non rilevato

L’ISTITUTO

E’ organizzato in due reparti: il reparto G, di 9 sezioni ed il reparto F, di 2 sezioni; il reparto F consta di 53 detenuti classificati come “sex offender”; essi non hanno alcun rapporto con i detenuti dell’altro reparto.

Entrambi i reparti sono in vigilanza dinamica: le celle sono aperte dalle 9 alle 15 e dalle 16:45 alle 19:45. Sono possibili 4 ore di aria (dalle 9 alle 11 e dalle 13 alle 15). Il regolamento di Istituto è stato rifatto per il regime di sorveglianza dinamica (che peraltro è stato adottato da oltre 4 anni) ed è in corso di approvazione.

Il carcere, entrato in servizio nel 2009, è una buona ed adeguata struttura; c’è una palestra, più campetti per giocare a pallone (vedi note a seguire), c’è l’area verde per i colloqui con i minori, ina palestra, una biblioteca, una ludoteca (poco usata anche perché pochi figli in età e si preferisce stare all’aperto), un teatro-cineforum di circa 150 posti.

Risulta accessibile a disabili motori ma non ce ne sono. Tutte le celle sono munite di bagno e doccia separate, anti-cucinino e dichiarate di 4mq a testa calpestabili; originariamente le celle erano per 2 detenuti, poi sono state trasformate per 4.

VISITE

Benché in questo carcere si stia relativamente bene, i detenuti chiedono di essere trasferiti; i motivi sono quelli già riscontrati nella passata visita: la difficoltà di visita dei familiari e la scarsità di lavoro. I detenuti che hanno colloqui regolari sono circa 150. In particolare gli stranieri hanno pochissimi colloqui; forse è questo il motivo per cui alla fine è un carcere prevalentemente di stranieri.

La difficoltà di visita deriva dagli scarsi collegamenti di Rieti, che richiedono tempo e/o soldi. Di positivo che dopo una lunga battaglia condotta in passato dalla radicale Valeria Centorame ora c’è almeno una fermata dei mezzi pubblici.

LAVORO

L’offerta trattamentale è scarsa; pochi corsi professionali (di cucina finanziato dalla Regione l’unico) e i detenuti che lavorano sono tutti alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria.
Tutte le iniziative per portare lavoro nel carcere sono fallite:

  • un progetto agricolo è naufragato a causa dell’inquinamento del terreno su cui il carcere è costruito (cave riempite con materiali vari da industrie elettroniche e altro?); l’inquinamento è tale e la sfoglia di terreno buono in superficie così inconsistente da rendere inattuabile anche un progetto di canile.
  • La lavanderia (5 macchine tra lavatrici ed asciugatrici + stireria) era stata presa in carico da una cooperativa che non è stata capace di portare lavoro da fuori. Addirittura un detenuto lavorante sarebbe stato non saldato del dovuto… Adesso è di nuovo gestita internamente per esigenze interne.
  • La falegnameria, impiantata con finanziamento di 18mila€ da Fondazione Varrone non è decollata ed i macchinari (di una cooperativa) dopo 3 anni sono stati venduti. Non si è riusciti neppure a concretizzare con il Comune una manutenzione per le panchine in legno.
  • Contatti per tipografia, torrefazione, infissi non si concretizzano, così come progetti Cassa Ammende o Assindustria.

I vantaggi per installarsi nel carcere sarebbero i locali in comodato (anche con attrezzature per la lavanderia), nessun problema di sicurezza, sgravi contributivi. Svantaggi il non ingresso al pubblico; solo lavorazione quindi.

Il problema non è solo la mancanza di lavoro ma il fatto che si presentano non aziende in buona salute, con un mercato esterno l’attività nel penitenziario vada a soddisfare, ma aziende in difficoltà sul mercato che sperano di risolvere i loro problemi grazie ai vantaggi suddetti.

In un locale attiguo alla ex Falegnameria c’è una compostiera, in comodato d’uso dalla provincia, che è inutilizzata. Dopo una prima fase in cui la Provincia forniva il pellet per alimentazione, ha smesso; altro problema era che il compost non era vendibile perché “non certificato” e la convenzione con qualche associazione di coltivatori non ha avuto seguito. La compostiera è per 270-280 persone e a pieno regime era appena sufficiente a smaltire l’umido della comunità.

ISTRUZIONE

Esistono corsi scolastici; nel reparto G: 2 di lingua italiana (base ed avanzato), 1 di scuola media, 1 del 5° anno dell’Istituto Tecnico Informatico, gestito dall’ITIS Rosatelli; nel reparto F: un corso di lingua italiana ed una 1° del biennio scuola superiore, gestito dall’ITIS Rosatelli. Questi sono corsi curriculari, poi esistono corsi modulari come di lingua inglese.
Sono frequentati da circa 60 detenuti. I corsi curriculari (media, superiori) vanno bene per pene lunghe; qui ci sono pene fino al 2027 e 2031.

Esiste una biblioteca, con un detenuto addetto e molte donazioni, che però non si riesca a mettere in rete con altre (ad esempio con quella comunale); con il Comune è stato fatto un Protocollo di Intesa insegnamenti catalogazione, presentazione e scambio di libri; questo protocollo non è stato mai concretizzato. Attualmente esiste un corso di “scrittura creativa”.

TEMPO LIBERO / PASSEGGIO

Nella sezione G i piazzali sono forniti con campetti di erba sintetica, ma in uno dei due passeggi mancano le porte, che i detenuti volevano costruire in proprio, cosa negata per motivi di incolumità.

Nella sezione F manca erba sintetica, il fondo è a cemento, perciò la direzione proibisce di giocare a calcio, sempre per motivi di incolumità.

ASSISTENZA RELIGIOSA:

  • Cappellano cattolico
  • Testimoni di Geova (3 operatori)
  • Avventisti del 7° giorno
  • Ortodossi (per i detenuti rumeni, viene da Roma)
  • Problemi con l’islam, in quanto religione non strutturata; uno è stato assegnato ma mai venuto. Un volontario non è più venuto perché è stato contestato da chi si riteneva più esperto.

VITTO

Le sezioni hanno una propria cucina, ma non nel settore F dove vengono utilizzate per corsi e per isolamento.

Abbiamo visitato la cucina comune; ci lavorano normalmente in 4, abbiamo incontrato gli unici 3 detenuti non fatti uscire per il terremoto. Erano un romano, uno slavo ed un africano, ben affiatati, soddisfatti del proprio lavoro e del risultato. Pare che il vitto sia accettato e gradito. Naturalmente vengono preparate diete speciali per motivi medici o religiosi.

Dipendenti: lo spaccio interno per i dipendenti non funziona per mancanza di personale e poca convenienza a gestirlo.

VESTIARIO

E’ un grosso problema per gli immigrati, magari arrestati ad Agosto, affrontare l’inverno. Si sta cercando di coinvolgere la Caritas con una “Sezione Carceraria”.

SANITA’

Continua ad essere il maggiore irrisolto problema. La responsabilità è regionale e della ASL ma niente si muove localmente.

Le traduzioni pesano sull’organizzazione: pochi specialisti vengono dentro. Anche per una semplice visita oculistica, un eritema, una visita otorino occorre trasferirsi in Ospedale. Ci sono 3 visite ospedaliere al giorno.

Rispetto alla visita precedente la guardia medica è h24.

La carenza più grave è quella della psichiatria anche per seguire i tossicodipendenti. Prima c’erano 3 volte a settimana, ultimamente 1 volta; e nemmeno per tutta la mattinata.

MAGISTRATI DI SORVEGLIANZA – GARANTE – VISITE

Adesso ci sono 2 magistrati di sorveglianza (era sempre solo 1), ma entrambi stazionano tutta la settimana a Viterbo. Si dovrebbe pretendere una presenza in città almeno per qualche giorno a settimana. Ci sembra di aver capito che l’ultima visita risalga al 7 Novembre 2016, ma non avendo potuto parlare con i detenuti e non essendo la direzione autorizzata al rilascio di queste informazioni, non possiamo confermare la cosa. Tuttavia la necessità di una maggiore frequenza è sentita.

L’ufficio del Garante Regionale, tramite una propria assistente, è presente 1 volta a settimana.

Il Garante Comunale è stato istituito nel 2013 ma non è mai stato fatto un bando per assegnare l’incarico (gratuito).

A domanda, sono state citate visite istituzionali dei sottosegretari De Vincenti e Migliore (quest’ultima recente, 11/2016), non di parlamentari o consiglieri regionali. Da notizie di stampa risulta una visita del consigliere regionale Mitolo a marzo scorso.

Non ci sono mediatori culturali, per mancanza di finanziamento regionale. Tuttavia non sono riportati particolari problemi di comunicazione.

EVENTI CRITICI

Fra i dati consegnati spicca una impennata degli atti di autolesionismo (da 25 nel 2015 a 64 nel 2016); la Direzione li ha però attribuiti a casualità.

Notizie di stampa locali (“non sempre affidabili”) hanno riportato 4 casi di tentato suicidio nel 2016 ma la Direzione ha detto non risultarle.

A detta della Direzione, come “eventi critici” sono classificate situazioni molto differenti, dallo sciopero della fame all’aggressione. Tuttavia la direttrice smentisce che il regime di sorveglianza dinamica abbia portato qui un aumento degli eventi critici, come invece dichiarato dal leader nazionale del SAPPE e ripreso dal Messaggero Rieti il 25/6/16.

DETENUTI ED INIZIATIVE DEL PRNTT

Come scritto non abbiamo incontrato i detenuti.

Al Partito non risultano adesioni al digiuno del 5 e 6 Novembre. Tuttavia, il Messaggero ha riportato il giorno 7 il seguente articolo:

Detenuti battono le sbarre: scatta l’allarme al deLellis
L’INIZIATIVA E’ LEGATA ALLA CAMPAGNA DEI RADICALI PER L’AMNISTIA.

IL SAPPE SOLIDALE CON GLI AGENTI

LA PROTESTA

E’ stata sufficiente la campagna lanciata dal partito Radicale in occasione del Giubileo con la quale si chiede al Parlamento di approvare indulto e amnistia, e nel penitenziario Nuovo Complesso di Vazia, come in tutti gli altri carceri d’Italia, è scoppiata la rivolta. Pacifica ma significativa, perché i detenuti hanno lungamente battuto con le padelle sulle sbarre e le inferriate delle celle, reclamando a gran voce «libertà» e altri slogan a sostegno della campagna radicale.

Una protesta durata oltre quaranta minuti, che ha raggiunto un livello tale di rumorosità da allarmare i medici e il personale sanitario del vicino ospedale de Lellis che ha telefonato in direzione per sapere cosa stesse accadendo.

Battitura delle inferriate replicata anche ieri sera dai detenuti ospiti del Nuovo Complesso: ieri mattina erano 354, sessanta in più rispetto alla capienza regolamentare, dei quali 230 stranieri. Una manifestazione rumorosa, come non si verificava da tempo, che gli agenti di polizia penitenziaria si sono limitati a tenere sotto controllo, senza la necessità di intervenire, ma che ha comunque provocato momenti di tensione tra personale e reclusi. La segreteria provinciale del sindacato Sappe segue costantemente la situazione ed ha espresso «solidarietà e vicinanza ai colleghi in servizio che sono chiamati a vivere certi momenti difficili».

Ieri mattina, poi, cinque detenuti, accompagnati dagli agenti, sono stati autorizzati dal ministero della Giustizia a partecipare con altri mille, a San Pietro, al Giubileo dei carcerati celebrato da Papa Francesco che ha chiesto al «governo un atto di clemenza verso quei carcerati ritenuti idonei a beneficiare dell’amnistia». Un appello che si unisce alla campagna del partito Radicale, destinata ad accendere il dibattito anche sulle condizioni di vita all’interno dei penitenziari italiani.

CONSIDERAZIONI FINALI

“Non fatemi vedere i vostri palazzi ma le vostre carceri, poiché è da esse che si misura il grado di civiltà di una Nazione”

Visitando il carcere di Rieti, Voltaire avrebbe una buona impressione di Rieti. Non si vive infatti male, nel carcere di Rieti.

Tuttavia, scavando, si scopre che i detenuti, che dicono di pur star bene qui, desiderano andarsene.

E’ perché, secondo l’intuizione di Voltaire, il carcere di Rieti è lo specchio della città che – pur ignorandolo – lo ospita: è un posto dove non si vive male se non hai problemi, ma dove, specie i più deboli, soffrono per una serie di carenze che affliggono anche la città: difficoltà nelle comunicazioni, mancanza di lavoro, sanità che non risponde ai bisogni/diritti degli utenti, marginalità nella organizzazione regionale (vedi magistrati di sorveglianza).

Se poi aggiungiamo una situazione ambientale solo apparentemente sana, perché cela (e tomba con il cemento del carcere o con l’asfalto del deposito Cotral) inquinamenti da tutti conosciuti e dalla politica taciuti; se poi aggiungiamo le difficoltà dell’amministrazione comunale a concretizzare le buone intenzioni dichiarate, il quadro di un carcere e la sua città come specchio l’uno dell’altra è completo.

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