E’ nata Sabina Radicale – pagina di Mondo Sabino – Dicembre 2009

Un virus si è introdotto nella scena politica sabina: il 22 luglio scorso, mentre il resto della politica era al mare o alle sagre, una dozzina di liberi pensatori, che in qualche modo si conoscevano l’uno con l’altro, hanno deciso di organizzarsi per coordinare sul territorio reatino e sabino la presenza radicale, costituendo l’associazione Sabina Radicale.

 

Un virus si è introdotto nella scena politica sabina: il 22 luglio scorso, mentre il resto della politica era al mare o alle sagre, una dozzina di liberi pensatori, che in qualche modo si conoscevano l’uno con l’altro, hanno deciso di organizzarsi per coordinare sul territorio reatino e sabino la presenza radicale, costituendo l’associazione Sabina Radicale.

 

CHI SIAMO?

I soci fondatori sono: Marco Giordani (segretario), Paolo Campanelli (tesoriere) e poi Andrea Malfatti, Ciro D’Ambrosio, Fabrizio Di Clemente, Francesco Ceola, Gianfranco Paris, Mariano Angelini, Rosella Vivio, Ugo Fangareggi, e i dirigenti nazionali Michele Rana (reatino di nascita) e il romano Mario Staderini, successivamente eletto segretario nazionale di Radicali Italiani.

 

COSA CI PROPONIAMO DI FARE?

Il nostro statuto recita: “L’Associazione Sabina Radicale promuove e coordina iniziative politiche, scientifiche, giudiziarie e d’informazione volte ad affermare e a diffondere democrazia politica ed idee e programmi politici laici, liberali e libertari. L’Associazione aderisce al soggetto politico nazionale Radicali italiani. L’Associazione opera nel territorio della Provincia di Rieti; essa può raccogliere adesioni anche da zone limitrofe e, in concerto con le altre Associazioni aderenti a Radicali Italiani, proporvi iniziative.”

Il nostro obiettivo non è di fare da cassa di risonanza di tematiche nazionali, né di collezionare il voto; tanto che la associazione è nata nel luglio 2009, e solo nell’ottobre 2009 i Radicali Italiani hanno preso la decisione storica di presentare liste alle elezioni regionali (scelta che giudichiamo quanto mai opportuna, dato che oggi le regioni sono il crocevia della gestione amministrativa e purtroppo degli interessi e del malaffare).

Piuttosto è quello di calare quei temi nella nostra vita quotidiana; innumerevoli sono infatti le tematiche di cui solo radicali si occupano e che hanno impatto nella nostra vita di individui e di cittadini: dai diritti dei cittadini e dei malati, alle politiche sulle droghe e sulla giustizia. Nella nostra provincia è poi sotto gli occhi di tutti la cattiva gestione del territorio naturale e dell’edilizia e l’abbandono di ogni progettualità; ed è evidente un sistema di collusioni ed intrecci tanto radicato da oltrepassare ed attraversare le differenze destra-sinistra.

Esistono tuttavia spazi di possibile reazione dalle forze sane della cittadinanza, quella “società civile” di cui era di moda parlare qualche anno fa ma che allora è stata poi co-optata, fagocitata, utilizzata all’interno del potere partitocratrico.

Non è un caso che ad un nostro richiamo sulla necessità di Anagrafe Pubblica degli Eletti e Nominati, immediatamente Comune, Provincia, ASL e così via si siano affrettati a fornire dati (naturalmente non quelli di cui c’è veramente bisogno).

Su questi temi, anche in Sabina è possibile e necessaria una rivolta: gandhiana, sociale, politica e morale, come recitava il programma del recente congresso radicale.

 

PERCHE’ UNA ASSOCIAZIONE?

Differentemente dagli altri partiti, i radicali non si sono mai organizzati con una struttura piramidale che dal vertice di un segretario nazionale procede per segretari regionali, federazioni provinciali, sezioni e cellule di partito.

Nei normali partiti del dopoguerra, chi volesse esprimere il suo impegno in politica, non aveva che da entrare in una stanza, già imbandierata, pagare una quota e tornare a casa. Quello che possiamo vedere, è che questo modello ha garantito una diffusa proprietà immobiliare, ma non certo una trasmissione delle volontà e delle decisioni dalla base al vertice. I radicali hanno sempre evitato questo modello; a tutt’oggi posseggono una sola sede (quella storica di Via di Torre Argentina a Roma, il cui mutuo non è ancora estinto); ma di conseguenza si è anche evitata la nascita di potentati/assessorati locali che, molto più della Roma ladrona, costituiscono il cancro della politica italiana.

Il modello radicale è dunque quello di autonome associazioni, che aggregano i cittadini interessati su un territorio (anche se non esiste esclusiva del genere “qui ci stiamo noi”) o su uno specifico tema (ad esempio antiproibizionismo, sovrappopolazione, diritti di genere). “Autonome”, perché dotate di un proprio statuto e di regole autonome, ed in nessuno modo sottostanti al vertice nazionale; “cittadini interessati”, perché le associazioni sono aperte a chiunque, non necessariamente iscritto a Radicali Italiani. L’unica condizione per il collegamento a Radicali Italiani, è che siano iscritti a Radicali Italiani il Segretario e il Tesoriere.

 

QUALE PRESENZA RADICALE? 

Raramente i radicali hanno partecipano direttamente a elezioni amministrative locali. Quando lo hanno fatto hanno lasciato il segno, come per Pannella che presidente della circoscrizione di Roma-Ostia), per la prima volta nella storia della città fa demolire costruzioni abusive; o più recentemente con attività di consigliere di municipio Roma-Centro di Mario Staderini.

Perciò, in mancanza di una associazione già operante, l’unico modo del manifestarsi della presenza radicale sono i voti ricevuti alle elezioni europee o politiche. Ecco allora i voti ricevuti da liste radicali nell’ultimo quindicennio:

anno

elezione

provincia

%

capoluogo

%

denominazione

1994

europee

1314

1,46

573

2,06

lista pannella riformatori

1999

europee

4819

5,47

1486

5,92

lista bonino

2001

politiche

1660

1,66

634

2,08

lista pannella-bonino

2004

europee

1590

1,64

524

1,87

lista bonino

2006

politiche

3048

2,91

846

2,63

rosa nel pugno

2009

europee

1974

2,08

657

2,42

lista bonino-pannella


Questi numeri mostrano una presenza costante e considerevole, soprattutto per un voto di opinione, non “di scambio” – come logico per i radicali, ma neppure di “amicizia”, vale a dire richiesto o sollecitato da amici e conoscenti. Ciò è da rimarcare specialmente per il 2009, quando le elezioni europee si sono tenute in un contesto (concomitanza con le elezioni provinciali) in cui contavano SOLO questi aspetti di scambio e amicizia, ed in presenza di un tam-tam sul “voto utile” causato dallo sbarramento elettorale proditoriamente introdotto. Da considerare inoltre come il voto di opinione sia statisticamente più diffuso nei centri urbani, mentre la nostra provincia costituisce un modello territoriale opposto.

Nonostante tutto ciò, 2000 cittadini hanno resistito ad ogni tentazione televisiva e partitocratrica e, in resistenza individuale a Montenero, Varco o Paganico o in 650 a Rieti, 155 a Fara, 90 a Cittaducale e Poggio Mirteto, 70 a Magliano e 60 a Contigliano, hanno scelto la lista Bonino-Pannella.

 

 COME CONTATTARCI?

Telefonando al 3288635830 (Marco) o 3483512910 (Paolo); attraverso il nostro sito www.sabinaradicale.it dove ci si può iscrivere, fare donazioni o semplicemente registrarsi per commentare i nostri articoli; scrivendoci a sabinaradicale@googlegroups.com; siamo anche su Facebook, come Sabina Radicale.

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