Quando l’immigrato perde la pazienza

Organi di stampa locale hanno riportato l’episodio del cittadino nigeriano, accusato di omicidio, che ha messo a soqquadro il tribunale di Rieti. Lo hanno fatto con toni un po’ diversi: chi con un po’ più note di colore, chi con un po’ più di preoccupazione, tutti quasi con stupore dell’accaduto.

Organi di stampa locale hanno riportato l’episodio del cittadino nigeriano, accusato di omicidio, che ha messo a soqquadro il tribunale di Rieti. Lo hanno fatto con toni un po’ diversi: chi con un po’ più note di colore, chi con un po’ più di preoccupazione, tutti quasi con stupore dell’accaduto.

Ma nessuno stupore per una udienza preliminare dopo ben un anno in carcere sotto accusa di tentato omicidio? E da cosa è stata suscitata l’ira? Dal fatto, come riportano i giornali, che non gli fosse consentito di parlare: «Sono in carcere da un anno, ho moglie e figli, voglio fare delle dichiarazioni». Siamo certi che il giudice abbia fatto quello che doveva; sicuramente l’avvocato d’ufficio abbisognerà di tempo per approfondire la pratica; e le dichiarazioni non potevano essere raccolte.

Ma forse, non ha anche il ragazzo nigeriano fatto quello che poteva? Sì, assennatamente avrebbe potuto aspettare ancora, in carcere, pazientando se nessuno ascoltava quello che aveva da dire; sarebbe venuto il suo turno. Ma assennato non è stato, anzi: è stato giudicato fuori di senno, pazzo: “ora sarà sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio”.

Del resto, come ci riportano, aveva anche tentato più volte il suicidio (“ha manifestato anomalie comportamentali e problemi di convivenza in carcere con continue colluttazioni e ingestioni di varechina”). E si sa, chi tenta il suicidio è un pazzo; o un esibizionista, uno che vuol attirare su di sé l’attenzione… Che volesse con la varichina solo attirare l’attenzione sulla sua condizione? Magari scagionarsi?

No: un negro extracomunitario, forse aspirante omicida, che pretenda, nella patria del diritto, dopo appena un anno di carcere, di essere giudicato ed ascoltato, secondo me è pazzo! Il commento della stampa? Che c’è bisogno di “maggiore sicurezza”. Un suggerimento: per sicurezza, dopo un anno di carcere preventivo, le udienze preliminari aboliamole, mandiamole in prescrizione, insieme al diritto ed alla giustizia.

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